venerdì 6 febbraio 2015

Un piccolo pezzo di Giappone - parte 2


- Tokyo -



Tokyo! Oltre 15.000.000 di abitanti, la seconda capitale più popolosa al mondo dopo Pechino.
Tanta gente! In realtà non si ha questa impressione camminando per strada.


Solo nelle stazioni della metro, specialmente nelle ore di punta, sembra di essere all'interno di un gigantesco flipper con centinaia di biglie che non si scontrano mai! L'ordine viene mantenuto anche grazie alla segnaletica per i pedoni, che suggerisce la direzione da seguire per non scontrare persone che vanno in senso opposto.



  



Per le strade mi aspettavo un traffico caotico, invece le vetture circolanti sono davvero poche in proporzione alla grandezza della città, soprattutto perché i mezzi pubblici sono molto efficienti e convenienti per raggiungere il posto di lavoro.




A proposito di traffico, due cose mi hanno colpito:
1 - tutto quello che circola per strada è estremamente pulito e lucido (la strada è di tutti, quindi va rispettata anche mantenendo un certo decoro). Credetemi, non vedrete mai circolare in Giappone una macchina anche solo impolverata!
2 - mi sarei aspettato di vedere in giro quasi esclusivamente gli ultimi modelli di auto. In realtà la maggior parte dei veicoli sono un po' datati, ma in perfetta efficienza.

In Europa, soprattutto per risollevare il mercato dell'automobile, abbiamo assistito all'evoluzione di quelle annuali porcate delle norme anti-inquinamento (euro 1, 2, 3...). Il messaggio che passa è "Vuoi circolare in città? Devi comprarti l'ultimo modello di auto!". Se l'obiettivo era davvero il rispetto dell'ambiente, perché non si imponeva alle case costruttrici di produrre sistemi integrativi da installare sulle vetture esistenti, come catalizzatori e filtri?

In Giappone, come in altri paesi culturalmente avanzati, si tende a mantenere (in efficienza) quello che funziona. Si percepisce in tutti gli aspetti della vita quotidiana.
E' un concetto che mi piace molto e che rispecchia anche lo spirito con cui viviamo il mondo Kustom, dalle moto all'artigianato.

Tornando alle Due Ruote, la vivace scena custom di Tokyo, a primo impatto, sembra quasi invisibile. Qui la subcultura custom attualmente più imitata dal resto del mondo è quella delle Street Scrambler e Street Tracker, ossia delle moto essenziali, di solito mono o bi-cilindriche, leggere e agili dotate di manubrio largo e alto, alcune con serbatoio piccolo, adatte all'utilizzo quotidiano nel traffico cittadino (v. prima foto in alto e foto seguente). Le basi di partenza per queste custom sono solitamente le Yamaha SR400/500, XS650, le Kawasaki W650, le Honda CB400 e simili.





Non mancano gli scooter super-tamarri alimentati a steroidi:

Lo ScooterAlien! Esagerato!

Di seguito alcune foto scattate nel quartiere Shinjuku:

Tokyo Metropolitan Government Office



Il Fuji-san all'orizzonte



A Shinjuku si trova Kabukichō, la zona più viva e colorata del quartiere, famosa per la vita notturna e il divertimento.










Ecco il primo chopper avvistato! Un po' troppo "moderno" per i miei gusti, ma si lasciava fotografare bene...





Qui, finalmente, un bel bobber su base Sportster. Telaio rigido, pulito, essenziale, scarichi aperti, pedane arretrate, verniciatura blue flake richiamata dalle manopole (Hippy Killer?):















Come promesso, ecco una Lamborghini:


Presto la terza e ultima parte di questa piccola finestra sul Giappone, ancora tra i quartieri di Tokyo.

M.L.


- fine parte 2 -
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